L’autore di “La vita è bella”, ospite della penultima serata del Bif&st. BARI ABBRACCIA ROBERTO BENIGNI UNO SHOW DA OSCAR
“Se ci fosse un trapezio, mi lancerei verso di voi e vi bacerei tutti, anche con il Covid!”.
Il ciclone Benigni si abbatte su Bari alle 21 di sabato 29 agosto e da quel momento la città sembra fermarsi e raccogliersi tutta attorno a lui, totalmente rapita da un fiume di battute, aneddoti e ricordi di una carriera quasi cinquantennale.
L’attore e regista premio Oscar è venuto al Bif&st a ritirare ben due premi: il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence e il Premio Alberto Sordi per il miglior attore non protagonista per il “Pinocchio” di Matteo Garrone.
La penultima serata nell’Arena di Piazza della Prefettura era iniziata con la conduzione di Fabio Ferzetti proprio nel segno del film che, nel frattempo, veniva proiettato al Castello Svevo nell’ambito della sezione ItaliaFilmFest. Perché, oltre al premio a Benigni, il Bif&st ha voluto riconoscere e celebrare altri contributi alla realizzazione dell’ultima opera del regista di “Gomorra” e “Dogman”.
A partire da quello di Massimo Cantini Parrini, il costumista, cui è stato conferito il Premio Piero Tosi, consegnatogli dal direttore generale del Centro Sperimentale di Cinematografia, Monica Cipriani.
“Per i costumi di ‘Pinocchio’ mi sono ispirato a diversi pezzi della mia collezione che ho iniziato tanti anni fa. E adesso sono contento che le mie creazioni si possano ammirare in una mostra, consentendo al pubblico di mettere a confronto realtà e finzione”.
Il Premio Franco Cristaldi per il miglior produttore è stato assegnato quest’anno a Paolo Del Brocco e Matteo Garrone.
Nel ritirare il premio dalle mani del Direttore Generale di Apulia Film Commission Antonio Parente, Del Brocco: “Quando Garrone mi parlò per la prima volta del film che sognava da sempre di fare, mi ci fece entrare dentro solo con le sue parole”.
Matteo Garrone si è collegato telefonicamente con Fabio Ferzetti: “Penso di essere stato uno dei tanti bambini che è entrato in empatia con Pinocchio, perché lui rifugge sacrifici e obblighi e cede facilmente alle tentazioni. Da quando sono diventato padre, però, mi è scattata la simpatia anche per Geppetto!”.
Annunciando l’imminente ritorno sugli schermi di “Gomorra” in una nuova edizione approntata dal regista, Paolo Del Brocco ha voluto anche comunicare a Matteo Garrone che RaiCinema, con l’occasione, ha deciso di cedergli una quota dei diritti del film che, a suo tempo, non lo aveva visto produttore.
Un veloce avvicendamento sul palco, ed ecco finalmente il momento più atteso della 11° edizione del Bif&st: introdotto dal direttore Felice Laudadio, ha fatto la sua apparizione sul palco Roberto Benigni, accompagnato dal critico e regista David Grieco.
Il comico ha salutato il pubblico in barese ed ha subito dichiarato il suo amore per Bari e per la Puglia – rivolgendosi al Sindaco Decaro presente in platea: “Voglio venire a vivere qui, mi può trovare una casa?”. Dal Sindaco, a sua volta, un dono per Benigni: un’ampolla con la manna di San Nicola.
Dopo la consegna del Premio Alberto Sordi per la sua interpretazione di Geppetto nel film di Garrone, Benigni si è sottoposto alle domande di David Grieco cui lo lega un’amicizia dai tempi di “Il minestrone” di Sergio Citti.
Ed è iniziato così un vero e proprio show nel quale Benigni, che si è alzato a più riprese dalla sua poltrona per avvicinarsi al pubblico, si è lasciato andare a ricordi fin dall’infanzia (“Provengo da una famiglia poverissima ma aristocratica. Mio padre fu tenuto prigioniero in un campo di lavoro in Germania e quando tornò a casa a piedi, pesava appena 42 chili”) fino, appunto, alla sua interpretazione di “Pinocchio” (“Un personaggio che era nel mio destino, sia Fellini che mia madre mi chiamavano Pinocchietto, peccato non poter vedere un Pinocchio di Fellini”).
“Credo di essere l’unico attore al mondo ad avere interpretato sia Pinocchio che Geppetto, un ruolo che mi aveva già proposto Francis Ford Coppola”.
All’autore di “Il Padrino” e “Apocalypse Now” è legato uno dei tanti aneddoti che hanno impreziosito l’incontro.
“Quando mi trovavo negli Stati Uniti per promuovere ‘La vita è bella’, andai a trovare il mio amico Tom Waits con il quale avevo interpretato ‘Daunbailó’: viveva in un posto sperduto in una specie di stamberga dove ci pioveva dentro, un vero maledetto. Qui mi raggiunse una telefonata con l’invito a cena da parte di Robin Williams, in cui ci sarebbero stati due o tre amici suoi: da lì a breve mi sarei trovato in una villa hollywoodiana seduto a tavola con Williams, Francis Ford Coppola, Steven Spielberg e Robert De Niro, altro che la casa di Tom Waits! Coppola parlava solo in napoletano, anzi parlava attraverso le canzoni napoletane. Fu in quell’occasione che mi disse che stava preparando un film su Pinocchio e che mi avrebbe voluto nel ruolo di Geppetto. In seguito, ci siamo incontrati altre due o tre volte finché non è fallita la sua casa di produzione, la Zoetrope, e lui ha dovuto abbandonare il progetto.”
“Un’altra volta, sempre Robin Williams mi telefonò per dirmi che Liz Taylor voleva assolutamente incontrarmi perché’ lui e suo marito Rod Steiger avevano amato molto ‘La vita è bella’. Quando ci vediamo, a un certo punto Steiger mi prende sotto braccio e mi dice se potevo far lavorare sua moglie. Liz Taylor. Ma vi rendete conto?”.
Sulla sua esperienza con Woody Allen: “Sono rimasto stupito dallo spazio che mi ha dedicato nella sua autobiografia. Solo che, nel libro, lui dice di avermi regalato una copia del Satyricon invece era del Decamerone, in cui c’è una novella con due personaggi che avremmo potuto interpretare insieme”.
Sulla moglie Nicoletta Braschi: “Tutto quello che ho fatto di bello lo devo a lei. Adesso mi piacerebbe scrivere e dirigere una commedia da interpretare insieme dopo 15 anni dall’ultima volta In ‘La tigre e le neve’, sto pensando a qualcosa che possa essere adatto a persone della nostra età”.
Sull’amato Dante Alighieri: “Ha inventato il cinema, leggendo la Divina Commedia ci si rende conto che nei versi ci sono già il posizionamento della macchina da presa, il montaggio alternato, persino i droni…”
Il Premio Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence è stato consegnato a Roberto Benigni dalla Presidente del Bif&st, Margarethe Von Trotta. “Con lei parliamo sempre in tedesco” ha scherzato ancora Benigni “la lingua più bella per la poesia e la tortura”.
L’ultima, fulminante battuta prima della standing ovation del pubblico e un lungo applauso che lo ha inseguito fin quando ha rindossato la sua mascherina ed è salito nell’automobile che lo ha riportato subito a Roma.