Il FEDERICO FELLINI PLATINUM AWARD FOR CINEMATIC EXCELLENCE

viene conferito ad un grande regista, un gentiluomo tanto colto quanto ironico, tanto lungimirante quanto attento e rigoroso

ROBERTO ANDO’
Un intellettuale che ha attinto all’essere siciliano, meridionale, italiano ed europeo la vocazione per un cinema internazionale raffinato ed elegante.

Un autore curioso e intelligente, capace di dare vita a storie rilevanti per il nostro presente, ma al tempo stesso sospese tra le possibilità di un passato tutt’altro che scontato e le memorie di un futuro possibile.  Un autore di storie di cui spesso sono protagonisti uomini e donne apparentemente normali alle prese con fatti eccezionali che sono in grado di affrontare e governare. Un regista capace di mutuare dal teatro le dinamiche esistenziali di psicologie talora fragili o messe dinanzi a fatti complicati.

Con film come Il Manoscritto del Principe dedicato a Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Viaggio segreto ispirato a Josephine Hart, Andò mostra il suo gusto per una letteratura raffinata, diversamente sublimata dai suoi notevolissimi ritratti di Harold Pinter e Andrea Camilleri o nel percorso emozionante di Il Cineasta e il Labirinto e – ancora – nell’ultimo suo film presentato a Venezia, Una storia senza nome.

Ma Roberto Andò è anche un raffinato direttore di attori: con Toni Servillo ha dato vita a due storie che hanno colpito il pubblico per il loro essere tra le più lucide riflessioni sulla politica e il potere in Italia ed Europa: Le confessioni e Viva la libertà, un film accompagnato dall’emozione e dall’entusiasmo del pubblico per la politica come dovrebbe essere sempre e che, invece, raramente è stata.

Quindi, nel rimettergli il Premio Federico Fellini, non resta che parafrasare quest’ultimo titolo e dire anche noi: Viva la Libertà, Viva Roberto Andò.

Dello stesso argomento