MARINA CONFALONE, DOPO IL DAVID IL PREMIO ALIDA VALLI

Il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista (il quinto della sua carriera, il primo lo ebbe nel 1975 per “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo) e ora il premio Alida Valli che le verrà consegnato stasera al Teatro Petruzzelli nel Bif&st 2019 per la sua interpretazione in “Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis. È un momento felice per Marina Confalone che giunge al termine di un periodo difficile come ha raccontato oggi pomeriggio in un Focus a lei dedicato al Teatro Margherita moderato da Franco Montini “Per cinque anni non me la sono passata molto bene, mi sono eclissata tra amarezza e disillusione. Poi ho messo in scena Una relazione per unAccademia’ di Franz Kafka, una sola rappresentazione all’Università Federico II di Napoli cui però ha assistito la regista Antonietta De Lillo che ne ha voluto fare un mediometraggio poi presentato alla Mostra del Cinema di Venezia dove è stato premiato dal Sindacato dei Critici. Da lì è ripartita la mia carriera, mi è arrivata la proposta di un provino con Edoardo De Angelis, tre scene di cui solo la terza, peraltro la più difficile, credo abbia convinto il regista e la responsabile del casting. L’insieme di queste cose ha fatto sì che io mi sia tanto emozionata quando mi è stato conferito il  quinto David nel marzo scorso”.

Un personaggio difficile, quello di Zi’ Mari, una sorta di “strega” eroinomane che vende i neonati delle prostitute nigeriane. “Ora attendo un ruolo diverso, non vorrei restare ingabbiata in un cliché. Perché i premi vanno bene, ci mancherebbe, ma il premio più importante per un’attrice è un ruolo nuovo con un bel personaggio!”.

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